A cura di Roberto D’Onorio
In mostra dal 14 al 28 gennaio 2012
Riflettere il mondo che c’è, inquietante com’è. Non è questo il momento di fare lavori “carini”. Durante gli anni del high-tech il concetto di arte è stato trattato da molti con troppa imperizia, allontanandolo da quel senso empirico a cui appartiene. Teorie difficili e astruse, decisamente inservibili per la vita, in linea di pensiero con il filosofo Hume, sono una delle cause di dispute interminabili e spesso scadenti in una forma di “malattia metafisica”. Processo che porta l’espressione artistica ad assurgere una dimensione più distopica che utopica, in cui la speranza non gli appartiene.
Questa potrebbe essere una delle realtà parallele che attraversano le atmosfere di Dario Carratta, le cui Carte suggestive, combinate in aspetti solenni d’insoliti primi piani e inquietanti situazioni, si pongono all’interlocutore come enigma d’inferni possibili, di mondi futuri (presenti?) che coinvolgono modelli politici, culturali e psicologici, dal radical chic al blak block.
Fantascienze che rimandano allo scrittore Anthony Burgess, prefigurano distopie che opprimono in un vortice lo spettatore, amplificando e rendendo tangibili quelle tendenze negative operanti nell’ambito sociale che, se non vengono smascherate o ostacolate, condurranno alla condizione perversa da esse tratteggiata.
Lo stato d’animo nostalgico, cupamente comico, dell’artista, vicino alla sensibilità inquietante e grottesca dei fratelli londinesi Chapmans, sfuoca in atteggiamento volto alla denuncia di una possibile “verità”, avvertita come dolorosa e oppressiva, cui si può porre rimedio solo attraverso la sollecitazione costruttiva della ragionevolezza.
Le seducenti sequele presentate per 291est, accostano Eros e Thanathos in un’estetica del perturbante, coinvolgendo le paure latenti dell’essere umano come effetto di un’allegoria epistemologica imperante nella società postmodernista. E’ questo il vero spirto dell’autore distopico, esasperare rituali comuni, insegnandoci ad avere più attenzione, a non essere pessimisti, a non ripiegarci in noi stessi, ponendoci davanti la possibilità più orribile. Un altro mondo è possibile.
Roberto D’Onorio
Dario Carratta è nato a Gallipoli nel 1988, vive a Roma dove frequenta il corso di pittura presso l’Accademia di Belle Arti. Nel 2005 ha conseguito il Primo Premio Cavalleria Nazionale città di Lecce. Nel 2007 vince il secondo Premio di Città di Lecce. Nel 2008 la Galleria Alessandri lo presenta a Viterbo durante la manifestazione Vitarte del 2009 e, sempre nel 2009, partecipa a RinasSence con l’Associazione Culturale Tapirulan di Roma. Nel 2010 espone i suo lavori alla Personale Metafisica del Dandy e Scissioni a cura di Sibilla Panerai e Sabina Sterbini presso la Galleria Alessandri di Roma. Continua a vivere e a lavorare a Roma dove le sue opere sono presenti in varie collezioni private.
DISTOPIE Società indesiderabili
Dario Carratta
Roberto D'Onorio
dal 14 al 28 gennaio 2012
1 Gennaio 2012