dal 30 Novembre/22 Dicembre 2021
A cura di Vania Caruso
scarica il CATALOGOUn Haiku dice: “In ogni benvenuto c’è sempre un addio”. Ma è vero anche il contrario: in ogni addio c’è nascosto un benvenuto. Di sicuro, a uno spazio aperto, a un vuoto più ampio. La morte di qualcuno riscrive tutte le relazioni con quelli che restano. Che cosa resta?”
Chandra Livia Candiani, “Il silenzio è cosa viva”
“Mi sembra tutto intrecciato, tutto difficile.”
“Certo, tutto intrecciato e tutto difficile. Ma bello, no?”
“Dipende.”
“Bè possono anche essere cose dolorose, ma sono sempre cose belle. Alla fine, sono tutte cose belle quelle che si intrecciano qui.” Fece un segno indicando il petto di Arianna.
Matteo Nucci, “Sono difficili le cose belle“
Giovedì 30 Novembre 2023, la Galleria 291 Est di Roma, presenta la personale di Folly, “Ce qui reste”.
“Ce qui reste” è un progetto espositivo composto da una serie di opere calcografiche realizzate con la photogravure, tecnica attraverso la quale Folly traspone immagini e parole annotate nei suoi quaderni.
Questo lavoro offre una ricerca interiore, fatta di “frammenti, momenti sospesi in cui il silenzio, la natura ed i suoi simboli permettono di entrare in contatto con la bellezza, di accogliere il sentire, farsi attraversare e attraversare; la narrazione di un percorso intimo volto a fare spazio e coltivare ciò che ci è stato lasciato con amore.” (N.d.A.)
Per “Ce qui reste” la scelta della photogravure risponde al bisogno di elaborazione. La complessità di questa tecnica, in cui la luce e il tempo diventano parte essenziale del processo di trasmutazione dell’immagine, restituisce la sensazione dell’“opacità” della memoria, attraverso un procedimento in cui si ha la libertà di agire sulla materia, accettando e provocando imperfezioni e fragilità. Nello specifico la tecnica utilizzata nel progetto è la photopolymer gravure, pratica no-toxic che utilizza una sottile pellicola fotosensibile, attraverso la quale l’immagine viene generata da un dialogo dinamico con un materiale duttile, sensibile alla manipolazione e le cui reazioni fisiche spesso diventano soluzioni estetiche e funzionali alla finalità espressiva.
Scegliendo di incidere una pellicola invece di intagliare una lastra, come nella photogravure tradizionale, Folly afferma la volontà di evidenziare la contrapposizione tra permanenza e temporaneità, creando quella rappresentazione complessa della memoria che si costruisce su attimi “fragili”, fragilità insita nella materia stessa con cui viene prodotta la matrice di stampa.
Il percorso espositivo ha origine dalla frammentazione di un appunto scritto che genera il concatenarsi di sei gruppi di stampe calcografiche. In ognuno, nell’opera di apertura, porzioni di testo dialogano con una immagine disgregata, testimonianza dell’inesorabile della corrosione del tempo che lascia spazio al vuoto, generando un luogo per la creazione e la rigenerazione. L’intervento di monotipia a foglia d’oro riporta invece “all’alchimia della rigenerazione, alla magia di attimi che si dilatano per diventare presenza, manifestazione di consapevolezza, di attimi di luce.” (N.d.A.)
La narrazione approda infine in una serie di altre photogravures: bagliori disordinati, particelle di ricordi, di “tenerezza sospesa” in cui la natura e gli animali sembrano evocare semplicemente la forza della vita.
“Ce qui reste” è un progetto sviluppato e prodotto in collaborazione con la Galleria 291 INC., ovvero l’associato laboratorio di calcografia sostenibile della Galleria 291 Est.
Nota Biografica:
Nata a Roma da madre franco-cinese e padre italiano, Folly si laurea in Grafica D’Arte all’Accademia delle Belle Arti dopo aver lavorato per diversi anni nel mondo della fotografia.
La sua ricerca, che spesso si avvale della combinazione di fotografia e stampa d’arte, è indissolubilmente legata all’osservazione della natura e all’idea di risonanza.
I suoi lavori, caratterizzati dall’importanza data alla luce e al silenzio, sono una riflessione su questioni connesse alla memoria, l’appartenenza e la condizione umana condivisa.
Influenzata dalla filosofia taoista, il suo lavoro si avvale dei simboli come veicolo di ispirazione ed esplora i concetti di tempo, impermanenza, relazione tra gli opposti.
Ce qui reste
Folly
Vania Caruso
30 Novembre/22 Dicembre 2021
30 Novembre 2023