PERCEZIONI
testo critico di Roberto Sottile
Michela Mascarucci si distingue come un’artista del segno, capace di intrecciare il racconto di esperienze vissute con mondi interiori che evocano visioni di una realtà immaginaria. Le sue opere si caratterizzano per le tensioni prospettiche, che si fondono in un sistema compositivo complesso, trasformando ogni creazione in un vero e proprio viaggio visivo. Questo percorso invita lo spettatore a riflettere e a immergersi in un universo ricco di significati e suggestioni, dove realtà e immaginazione si incontrano in un dialogo affascinante.

Grazie al suo stile distintivo, Michela Mascarucci trasforma ogni incisione in un’esperienza irripetibile, poiché lo spazio in cui le sue forme si sviluppano diventa anch’esso unico. Ogni opera si distingue per la capacità di creare un’atmosfera particolare, in cui linee e figure si intrecciano in modi sorprendenti, invitando lo spettatore a esplorare nuove dimensioni visive. Questo approccio consente a ciascuna incisione di raccontare una storia a sé stante. Le sue composizioni convivono con architetture razionalistiche e, allo stesso tempo, distopiche. Queste strutture, pur nella loro apparente rigidità, si intrecciano con le emozioni e le esperienze umane, creando un dialogo tra il concreto e l’astratto. Le linee nette e le forme geometriche si mescolano con elementi più fluidi e organici, dando vita a un paesaggio visivo che sfida le convenzioni e invita a una riflessione più profonda e intimista. Nei suoi lavori, l’artista riesce a trasmettere una sensazione di inquietudine e meraviglia, come se ogni incisione fosse un portale verso un’altra dimensione, dove il tempo e lo spazio si piegano alle leggi della fantasia. Le sue opere non solo rappresentano un luogo fisico, ma evocano anche un senso di appartenenza e di estraneità, invitando lo spettatore a confrontarsi con le proprie percezioni ed emozioni. In questo modo, Michela Mascarucci riesce a trasformare l’atto di osservare in un’esperienza immersiva, in cui ogni dettaglio racconta una storia da tramandare e da custodire. Michela Mascarucci si distingue per la sua capacità di creare un’incisione pura, in cui ogni segno e ogni tratto sono il risultato di una ricerca matura e consapevole. Ogni opera è il frutto di un lungo processo di studio e di sperimentazione, in cui l’artista esplora le possibilità espressive del medium, spingendosi oltre i confini tradizionali dell’incisione. Questa ricerca non è solo tecnica, ma anche emotiva e concettuale, permettendole di esprimere le complessità dell’esperienza umana attraverso il suo lavoro. Le sue incisioni sono caratterizzate da una pulizia formale e da una profondità di contenuto, mentre la maturità della sua ricerca si manifesta nella capacità di evocare emozioni universali. In questo modo, Michela Mascarucci non solo crea arte, ma costruisce anche un ponte tra il suo mondo interiore e quello degli spettatori, invitandoli a partecipare a un dialogo visivo che trascende il tempo e lo spazio. La sua opera è un viaggio in continua evoluzione, capace di rivelare sempre nuove dimensioni e significati. La scelta del medium e delle tecniche specifiche è infatti funzionale e connaturata alla sua ricerca e al messaggio che intende comunicare. Michela Mascarucci utilizza una varietà di tecniche, tra cui ceramolle, acquaforte e acquatinta, per esplorare le potenzialità espressive dell’incisione. Questi metodi le permettono di giocare con la texture e la profondità, creando opere tanto visivamente accattivanti quanto concettualmente ricche. In particolare, la tecnica del toner transfer, ovvero il trasferimento di un’immagine fotografica sulla matrice metallica, rappresenta un elemento distintivo del suo linguaggio. Questa innovativa modalità di lavoro le consente di integrare elementi fotografici con la tradizione dell’incisione, dando vita a un dialogo tra passato e presente. Le immagini trasferite si fondono con i segni incisi, creando un effetto stratificato che arricchisce la narrazione visiva delle sue opere. Attraverso queste tecniche, Michela riesce a esprimere la complessità delle emozioni umane e a riflettere sulle esperienze condivise. Ogni incisione diventa così un racconto visivo, un invito a esplorare le intersezioni tra memoria, identità e percezione.
_________________________________
Dott. Roberto Sottile
Critico d’Arte
Direttore Polo Culturale Città di Rende (CS)
Direttore Artistico Centro Studi Arte
e Archivio Vinicio Berti - Bologna